mercoledì 30 marzo 2011

Cereali: il bilancio dell'Op Emilia-Romagna La raccolta ha sofferto per l'andamento stagionale avverso ma ha raggiunto un buon livello quanti-qualitativo Cereali: valutazione della raccolta annuale per l'Op Cereali Emilia-Romagna Se il periodo di fine anno rappresenta per tutti una fase di bilancio, per l'Op Cereali Emilia-Romagna, cha ha come soci i Consorzi di Forlì-Cesena-Rimini, Bologna-Modena e le cooperative Padenna, Progeo e Terremerse, è il momento della valutazione della raccolta annuale, in particolare sul periodo autunno-inverno e la relativa programmazione delle produzioni. L'annata è stata caratterizzata da un andamento stagionale particolarmente avverso, prima con un eccesso di precipitazioni sia piovose che nevose poi con una situazione climatica caratterizzata in estate da temperature elevate, vento e precipitazioni alterne ma intense. La campagna di raccolta per l'Op ha registrato produzioni medio-basse, dalle 4,5 alle 6 ton medie di grano tenero fino alle 3,5 – 5,5 ton del grano duro. Solo alcune varietà, come il Blasco, hanno maggiormente resistito agli agenti atmosferici con una produzione di 5 – 6 ton/ha, accompagnate mediamente da un alto livello di Phl sempre sopra 80, con punte anche di 85-86 e con un discreto tenore proteico attorno al 13. In media si è registrata una alta incidenza di Bianconato. Si è distinta anche la varietà Bologna, con discrete produzioni di 5,5 – 6,5 ton/ha, buoni Phl da 79 a 81 e discreti tenori proteici con valori attestati attorno al 13. Rese decisamente deludenti si sono registrate nei grani teneri con una raccolta media da 3 a 5 ton/ha ed in qualche caso con punte a 6 ton/ha, con livelli di Phl da 76 a 79 e tenori proteici mediamente da 12,5 a 13,5. La raccolta autunno-invernale ha fatto registrare un buon andamento portando il valore generale della produzione dei cereali della Op e dei Consorzi che vi fanno capo ad oltre 490 mila ton di cereali a paglia e quasi 100 mila ton per i cereali autunnali, con un buona raccolta di sorgo e del mais. Le ottime rese per ettero hanno ridotto l'incidenza del calo delle superfici. Per la soia a fronte di un incremento degli investimenti stimabile in un 20%, si è registrato un buon livello produttivo, con rese in certi casi anche superiori alle 5,5 ton/ha. Il presidente Raimondo Ricci Bitti ha espresso soddisfazione per la chiusura della raccolta cerealicola e la speranza, per il prossimo anno, che la fiducia accordata da molte aziende all'Organizzazione di produttori, da lui presieduta, possa diffondersi verso altre società. L'aumento qualitativo delle produzioni, lo sbocco certo sul mercato con i contratti di filiera, e il progressivo abbandono del metodo del conto deposito in favore del metodo di conferimento, hanno portato vantaggi immediati per le aziende socie dell'Op. Nonostante le difficoltà esistenti nel settore e la crisi generale dei mercati Ricci Bitti guarda al futuro con fiducia, ribadendo la necessità di allargare la base sociale dell'Op per contrastare fenomeni di speculazione da parte della clientela, sostenendo fermamente che gli enti pubblici debbano intervenire con adeguati strumenti, non solo legislativi, per superare le mancanze strutturali del mercato nazionale. Un invito particolare lo rivolge all'industria, nella piena convinzione che i rapporti diretti con i produttori possano garantire ai consumatori un prodotto di qualità ad un giusto prezzo, perché non ci può essere un mercato equo senza contrattazione efficace e preordinata e non si può pretendere un costo del grano inferiore ai costi di produzione. Cereali: il bilancio dell'Op Emilia-Romagna La raccolta ha sofferto per l'andamento stagionale avverso ma ha raggiunto un buon livello quanti-qualitativo Cereali: valutazione della raccolta annuale per l'Op Cereali Emilia-Romagna Se il periodo di fine anno rappresenta per tutti una fase di bilancio, per l'Op Cereali Emilia-Romagna, cha ha come soci i Consorzi di Forlì-Cesena-Rimini, Bologna-Modena e le cooperative Padenna, Progeo e Terremerse, è il momento della valutazione della raccolta annuale, in particolare sul periodo autunno-inverno e la relativa programmazione delle produzioni. L'annata è stata caratterizzata da un andamento stagionale particolarmente avverso, prima con un eccesso di precipitazioni sia piovose che nevose poi con una situazione climatica caratterizzata in estate da temperature elevate, vento e precipitazioni alterne ma intense. La campagna di raccolta per l'Op ha registrato produzioni medio-basse, dalle 4,5 alle 6 ton medie di grano tenero fino alle 3,5 – 5,5 ton del grano duro. Solo alcune varietà, come il Blasco, hanno maggiormente resistito agli agenti atmosferici con una produzione di 5 – 6 ton/ha, accompagnate mediamente da un alto livello di Phl sempre sopra 80, con punte anche di 85-86 e con un discreto tenore proteico attorno al 13. In media si è registrata una alta incidenza di Bianconato. Si è distinta anche la varietà Bologna, con discrete produzioni di 5,5 – 6,5 ton/ha, buoni Phl da 79 a 81 e discreti tenori proteici con valori attestati attorno al 13. Rese decisamente deludenti si sono registrate nei grani teneri con una raccolta media da 3 a 5 ton/ha ed in qualche caso con punte a 6 ton/ha, con livelli di Phl da 76 a 79 e tenori proteici mediamente da 12,5 a 13,5. La raccolta autunno-invernale ha fatto registrare un buon andamento portando il valore generale della produzione dei cereali della Op e dei Consorzi che vi fanno capo ad oltre 490 mila ton di cereali a paglia e quasi 100 mila ton per i cereali autunnali, con un buona raccolta di sorgo e del mais. Le ottime rese per ettero hanno ridotto l'incidenza del calo delle superfici. Per la soia a fronte di un incremento degli investimenti stimabile in un 20%, si è registrato un buon livello produttivo, con rese in certi casi anche superiori alle 5,5 ton/ha. Il presidente Raimondo Ricci Bitti ha espresso soddisfazione per la chiusura della raccolta cerealicola e la speranza, per il prossimo anno, che la fiducia accordata da molte aziende all'Organizzazione di produttori, da lui presieduta, possa diffondersi verso altre società. L'aumento qualitativo delle produzioni, lo sbocco certo sul mercato con i contratti di filiera, e il progressivo abbandono del metodo del conto deposito in favore del metodo di conferimento, hanno portato vantaggi immediati per le aziende socie dell'Op. Nonostante le difficoltà esistenti nel settore e la crisi generale dei mercati Ricci Bitti guarda al futuro con fiducia, ribadendo la necessità di allargare la base sociale dell'Op per contrastare fenomeni di speculazione da parte della clientela, sostenendo fermamente che gli enti pubblici debbano intervenire con adeguati strumenti, non solo legislativi, per superare le mancanze strutturali del mercato nazionale. Un invito particolare lo rivolge all'industria, nella piena convinzione che i rapporti diretti con i produttori possano garantire ai consumatori un prodotto di qualità ad un giusto prezzo, perché non ci può essere un mercato equo senza contrattazione efficace e preordinata e non si può pretendere un costo del grano inferiore ai costi di produzione.

lunedì 28 marzo 2011

impianto fotovoltaico


Gli impianti fotovoltaici consentono di trasformare, direttamente e istantaneamente, l’energia solare in energia elettrica senza l’uso di alcun combustibile. Producono elettricità là dove serve, non richiedono praticamente manutenzione , non danneggiano l’ambiente e offrono il vantaggio di essere costruiti su misura, secondo le reali necessità dell'utente. Il costo per la realizzazione di un impianto è ancora piuttosto elevato, ma installare un impianto fotovoltaico diventa economicamente conveniente quando intervengono forme di incentivazione finanziaria da parte dello Stato come è avvenuto negli anni passati con il programma “Tetti fotovoltaici” e come sta avvenendo adesso con il conto energia

Quali sono i benefici tangibili e non derivanti dalla scelta di adottare un impianto fotovoltaico ?

  • Risparmio sulla bolletta

  • risparmio sulle emissioni di anidride carbonica

  • Un investimento che promette un ritorno non solo in termini economici ma anche ambientali

Quanto costa adottare un impianto fotovoltaico?

Ma la domanda verà a cui tutti cercano risposta è: "quanto costa davvero fare questa scelta e qual'è il ritorno economico dell'investimento derivante dall'adozione di un impianto fotovoltaico ?"

Per rispondere a questa domanda presentiamo i dati derivanti dagli studi di settore condotti dell'ENEA

Un'impianto fotovoltaico "medio" per i consumi di una famiglia di quattro persone (che possiede anche un condizionatore) in grado di produrre 3 kW, ha una dimensione media di 30 metri quadri con moduli in silicio policristallino (che sono i più economici).

Per chiarezza espositiva, stiamo parlando di un impianto fotovoltaico "parzialmente integrato" di tipo familiare (non condominiale) i cui panelli solari fotovoltaici possono essere messi sul tetto della villetta oppure sul terrazzo dell'attico. Ricordiamo inoltre che il costo dell'impianto varia in base alla qualità/tipologia di modulo fotovoltaico installato (+/- 30%).

Il costo medio dell'impianto è di 7.000 euro al kW (più Iva al 10%). Per il tutto occorre quindi preventivare una spesa media di circa 23.100 euro.

Occorre non dimenticare che la produttività dell'impianto fotovoltaico varia molto a seconda della zona in cui viene ubicato l'impianto stesso. Questo fattore incidere anche sui tempi di ritorno dell'investimento che oscillano dai circa 10 anni del Nord fino a scendere a poco più di 7 per il Sud. Lo stesso impianto, infatti fornisce una quantità di energia elettrica che varia in maniera significativa, dai 3.300 kWh all'anno per il Nord ai 4.500 per gli impianti che si trovano al Sud.

Cosa è il conto energia:

Il Conto Energia un particolare incentivo per l’installazione degli impianti fotovoltaici grid connected (connessi alla rete) da 1kWp a 1MWp. Prevede la remunerazione per 20 anni, da parte del Gestore della Rete di trasmissione Nazionale (GRTN), dei kWh prodotti dall’impianto fotovoltaico ad un prezzo superiore a quello di mercato. L'energia elettrica prodotta dall'impianto fotovoltaico beneficerà della tariffa incentivante sia se autoconsumata sia se immessa nella rete pubblica locale.

Come calcolare quanto si risparmia con il fotovoltaico:

Questa produzione "garantita" permette di contabilizzare il risparmio effettivo sulla bolletta e quindi calcolare l'importo della somma che verrà riconosciuta sotto forma di tariffa incentiva dal GSE, ossia il rimborso per spese di produzione.

Attraverso il meccanismo della tariffa incentivante, garantito dal decreto sul fotovoltaico (conto energia) viene riconosciuta per 20 anni un utile per la produzione e rivendità di energia elettrica.

Riprendendo il nostro esempio, nel caso dell'impianto "medio" sopra descritto, la tariffa incentivante è calcolata in misura pari a 0,44 euro per ogni kWh prodotto in quanto trattasi di impianto "parzialmente integrato".

Il risparmio complessivo "indicativo", che si ottiene da un'impianto di questo tipo, ottenuto come somma degli introiti derivanti dalla rivendita di energia elettrica (tariffa incentivante) sommato al risparmio sulla bolletta, varia dai 2110 euro ai 2880 euro l'anno.

Questa cifrà aumenta se si considerano i premi aggiuntivi previsti dal decreto. Nel caso di installazione dei pannelli fotovoltaici abbinati a interventi di risparmio energetico, infatti, la tariffa incentivante sale e può essere aumentata fino al 30%, con il risultato che si riduce di quasi due anni il periodo necessario per ammortizzare l'impianto fotovoltaico realizzato.

Ulteriori riduzione si hanno inoltre nel caso in cui si possa approfittare di incentivi locali per l'installazione degli impianti fotovoltaici (Agevolazioni Locali, Provinciali, Regionali) infatti il decreto 19 Febbraio 2007 prevede la possibilità di cumulare le tariffe con il contributi ottenuti fino ad un massimo del 20% del costo dell'impianto fotovoltaico. In questo modo anche al Nord già dopo soli 8 anni l'impianto è stato ripagato.

Le tariffe incentivanti, invece non sono cumulabili con le detrazioni fiscali previste dalla legge finanziaria del fotovoltaico . Per i pannelli fotovoltaici l'agevolazione prevista è pari ad una detrazione dalle imposte del 36% della spesa in 10 rate annuali di pari importo. Il Decreto Ministeriale 28 luglio 2005 ha peraltro previsto un contributo statale il cui ammontare, per i primi 10 anni, equivale alle spese sostenute per l’impianto. La durata complessiva dell’intervento pubblico è comunque di 20 anni.

Esempio semplificato di costo e tempo di rientro economico per il conto energia con il servizio di scambio sul posto:

Consideriamo un impianto fotovoltaico residenziale da 2kWp (16m2 di superficie) installato in Italia centrale, il cui proprietario consuma 3.000kWh/anno.
Il costo dell’impianto chiavi in mano è di circa 14.000€ + IVA 10% = 15.400€

Produzione dell’impianto = 2.600kWh all’anno, guadagno dalla vendita dei kWh prodotti = 2.600kWh x 0,445€ = 1.157€ all’anno.

Costo evitato dell’energia consumata, pari ai kWh prodotti dall’impianto per il costo medio del kWh = 2.600 x 0,18€ = 468€ all’anno.

In questo caso verranno pagati alla società elettrica solo 400kWh (pari alla differenza tra l’energia consumata e l’energia prodotta dall’impianto) = 400 x 0,18 = 72€ all’anno più 31€ di spese fisse.

Vantaggio economico totale annuale = 1.157 + 468 - 72 - 31 = 1.522€ all’anno

Tempo di ritorno dell’investimento = 15.400 : 1.522 = ~ 10 anni

Considerando che la vita media di un impianto fotovoltaico è superiore ai 30 anni, e che dopo 10 anni si rientra dell’investimento, avremo vantaggi economici per oltre 20 anni.



domenica 27 marzo 2011

obiettivi maastricht

OBIETTIVI
Con il trattato di Maastricht, risulta chiaramente sorpassato l'obiettivo economico originale della Comunità - ossia la realizzazione di un mercato comune - e si afferma la vocazione politica.
In tale ambito, il trattato Maastricht consegue cinque obiettivi essenziali:
· rafforzare la legittimità democratica delle istituzioni;
· rendere più efficaci le istituzioni;
· instaurare un'unione economica e monetaria;
· sviluppare la dimensione sociale della Comunità; istituire una politica estera e di sicurezza comune

martedì 22 marzo 2011

L'ora della terra



Sabato 26  marzo 2011 dalle ore 20:30 alle ore 21:30 sarà l'ora della terra
Cosa puoi fare: spegnere le luci per un'ora è già un ottimo inizio. Tuttavia ci sono molte altre cose che puoi fare per rendere Earth Hour 2011 un grande successo: vedi link