venerdì 1 aprile 2011

Pacchetto qualità, punti critici e proposte

Con l'approdo nelle aule del Parlamento europeo, il 'Pacchetto qualità' presentato dal commissario Ciolos comincia a essere discusso nei dettagli. I risultati del seminario 'Verso una nuova politica sulla qualità' svoltosi in Commissione Agricoltura

parlamento-europeo-strasburgo.jpgPaccheto qualità, analisi e proposte

Cosa c'è davvero nel Pacchetto qualità? Quali i punti di forza e quelli critici delle proposte legislative avanzate dalla Commissione europea per aumentare l'efficacia del sistema di certificazione dei prodotti alimentari Dop, Igp e Stg?

Sono tanti e diversi gli ostacoli per trasformare lepolitiche di qualità europee da un sistema di tutele essenzialmente conservative (con la corsa al numero di marchi più che alla loro crescita in valore economico) a una vera strategia di sviluppo dei territori.

Con l'approdo del provvedimento nelle aule del Parlamento europeo (relatrice la spagnola Iratxe Garcia-Perez, votazione in Commissione Agricoltura prevista per l'11 aprile) il Pacchetto presentato dal commissario Ciolos alla fine dell'anno scorso comincia a essere analizzato e discusso nei dettagli anche con l'ausilio di esperti indipendenti.

Come in occasione del seminario 'Verso una nuova politica sulla qualità', tenutosi alla Commissione Agricoltura del Pe, cui hanno preso parte il ricercatore dell'Inra Gilles Allaire, che ha parlato del ruolo dei piccoli agricoltori e dei mercati locali nei regimi di qualità, e l'italiano Denis Pantini, responsabile dell'Area Agricoltura e Industria alimentare diNomisma, che ha trattato il tema del futuro dei regimi di qualità nella cornice della nuova Pac.

"Le politiche di qualità europee – il succo della sua analisi – tendono più a preservare che a sviluppare i prodotti locali. Ma se è così, dovremmo parlare più di politica sociale che di politica economica".
I problemi sul tavolo sono tanti, e molti di essi vengono affrontati solo parzialmente dal Pacchetto qualità della Commissione: dalla mancata tutela dei marchi di qualità Ue nei Paesi terzi allo scarso potere contrattuale dei produttori, dai limiti di un sistema produttivo troppo frammentato a un'esigenza di maggiore semplificazione amministrativa e burocratica (il pacchetto qualità da un lato velocizza la procedura di autorizzazione delle Dop, dall'altro complica le cose separando la regolamentazione dei vini da quella di tutti gli altri prodotti alimentari), fino all'ancora scarsa conoscenza dei marchi da parte del consumatore medio europeo (solo l'8% riconosce dop, igp e stg).

"Un’ambiziosa politica per la qualità – spiega Pantini - dovrebbe fornire strumenti per permettere uno sviluppo di mercato di queste produzioni, per raggiungere obiettivi che la stessa riforma della Pac individua come prioritari: competitività delle produzioni, vitalità delle aree rurali, salvaguardia ambientale ed occupazionale".

Le proposte per migliorare il testo della Commissione non mancano: stimolare l'aggregazione tra i produttori, programmare la produzione in funzione del mercato, compiere passi concreti in ambito Wto per un registro internazionale dei prodotti di qualità (ipotesi già avanzata ma bloccata dagli Usa), promuovere la conoscenza dei loghi comunitari presso i consumatori, razionalizzare il sistema di iscrizione delle denominazioni.

Tutte indicazioni di cui la rapporteur parlamentare Garcia Perez sembra intenzionata a tener conto e che entreranno nella relazione parlamentare.


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